giovedì 12 luglio 2018

villa romana di casignana



Parco Archeologico della Villa romana 
 Contrada Palazzi lungo la Strada Statale Jonica 106. 

La villa sorse in un’area già frequentata in periodo greco, si sviluppò tra il I e il IV secolo d.C. e venne abbandonata nel corso del V sec. d.C. Scavi archeologici, condotti a partire dal 1963, hanno evidenziato a monte della Statale l’impianto termale, mentre a valle è stato messo in luce parte del nucleo residenziale. Nelle terme esistono due nuclei contigui, ciascuno dei quali consente il passaggio da ambienti freddi ad ambienti caldi, secondo la successione canonica frigidarium – tepidarium – caldarium. Alcuni ambienti hanno piante complesse, come il frigidarium ottagono pavimentato a mosaico con motivo geometrico a cubi prospettici. Anche altri vani sono notevoli per qualità e varietà dei mosaici: policromi, geometrici o figurati, come il noto mosaico raffigurante un thiasos marino con quattro Nereidi in groppa a mostri con fattezze di leone, tigre, cavallo e toro. Il nucleo residenziale è composto da una sequenza di vani, delimitata verso il mare da un ampio e lungo corridoio terminante alle estremità con due avancorpi semicircolari. Si trattava forse di due torrioni che conferivano un aspetto fortificato all’insieme. Gli ambienti sono pavimentati a mosaici policromi e figurati. I reperti rinvenuti suggeriscono una decorazione sfarzosa degli interni, per la presenza di marmi pregiati, intonaci dipinti e mosaici in pasta vitrea multicolore. Arredi e statue facevano da complemento all’architettura.



































































































































































































































































































Stignano RC: Villa Caristo esempio Barocco della Calabria Borbonica.

Villa Caristo

È una grande villa settecentesca a forma di “U” ed è considerata uno dei più significativi esempi di arte barocca in Calabria progettata sicuramente negli ambienti napoletani, dove era factotum la figura del Vanvitelli. Immersa in un verde splendente attorniata da alberi di ulivo,circondata da giardini,e fontane e riesce a cogliere immediatamente l’attenzione del visitatore per l’armonia delle soluzioni architettoniche adottate in ogni parte del complesso.
Tipiche appunto dello stile Vanvitelliano che lasciò alla nostra Calabria gioielli di elevato valore architettonico. Un viale apre le porte della monumentale villa, la quale a primo acchito ragguaglia le fattezze di Carditello. dominata da una monumentale scala in pietra, esterna, che sale dai due lati.
Attraversando il bel giardino che incornicia la casa, conduce all’ingresso reso importante da una scala in pietra che sale da due lati e da una fontana sormontata da un gruppo marmoreo in cui si distingue Tancredi che soccorre Clorinda. Tuttavia non è la sola fontana posizionata nel complesso, ne esiste una più sobria di marmo bianco con tazza poligonale di base e due tazze più piccole circolari.
La terza fontana, quella dei delfini, separa la struttura dalla piscina. Il motivo dell’acqua che indicando abbondanza rispecchia la salubrità del posto ove Villa Caristo fu edificata.
All ‘interno nonostante lo stato d’abbandono che arcigna il viaggiatore che ama questo tipo di opera ancora oggi, si possono notare cornici, stucchi di pregiata fattura ed archetti che testimoniano l’impronta Vanvitelliana.
Al piano terra è posta una cappella gentilizia con tre altari, che conserva una statua di San Leonardo e due affreschi accreditata sulla sua edificazione dà a Vanvitelli la paternità dell’opera, anche se risulta certo che la costruzione avvenne con l’ausilio di maestranze locali.
Effettivamente tutto fa pensare che i lavori furono coadiuvati anche da maestranze locali molto votate all’arte barocca. Al piano superiore, invece, due ampie terrazze e un sontuoso salone, sul cui tetto è raffigurata in maniera superba la dea Venere.
Probabilmente nei periodi di fasto della Villa, qui si svolgevano lauti pranzi e feste locali promosse dai padroni del monumento. Nelle vicinanze della villa c’è una dipendenza con forno e frantoio. Dove senza ombra di dubbio alloggiavano i servi del padrone.