giovedì 2 settembre 2021

TRITTICO MARMOREO DELLA CHIESA DI SAN NICOLA - GALATRO



Il trittico di statue comprende, da sinistra a destra, San Giovanni Battista, la Madonna col Bambino e San Giovanni Evangelista. Si tratta di una delle opere d’arte più importanti dell’artista siciliano ANTONELLO GANGINI, nel cinquecento. Il gruppo marmoreo fu custodito nella Chiesa di Santa Maria della Valle sino al 1783, quando l’allora Chiesa Matrice di Galatro venne distrutta dal sisma tristemente noto. 
















 

lunedì 30 agosto 2021

PIETRE DELL' INCAVALLICATA - PIETRE DELL' ELEFANTE

Giganti di Pietra di Campana, detti anche Pietre dell'Incavallicata, sono due formazioni rocciose, ritenute essere in realtà sculture megalitiche, nei pressi di Campana nel parco nazionale della Sila.


Non ci sono certezze in merito alle origini dei due megaliti, infatti se da una parte sono ritenuti frutto dell'ingegno umano, è altresì probabile che le forme siano state modellate dai fenomeni atmosferici nel corso degli anni. Le due formazioni erano già note nel XVII secolo, come testimoniato da uno scritto del vescovo di Isola Francesco Marino, che definì la statua identificata come Ciclope: "Il gran colosso caduto al suolo a causa dei terremoti". Inoltre la zona in cui sono situate è stata definita, in una mappa della Calabria disegnata da Giovanni Antonio Magini nel 1603 "Il Cozzo dei Giganti".

Ritenendole opere di scultura sono state formulate tre differenti ipotesi sulla loro datazione: la prima le fa risalire alla spedizione di Pirro nei primi anni del III secolo a.C., vista la comprovata presenza di elefanti da guerra nell'esercito del monarca epiriota; la seconda ipotesi non si discosta di molti anni dalla prima, sostenendo che siano state realizzate dai soldati cartaginesi agli ordini di Annibale durante la seconda guerra punica; la terza infine identifica l'Elefante con la riproduzione di un esemplare di Palaeoloxodon antiquus, una specie di elefante vissuta ed estintasi nel Pleistocene, attribuendo la realizzazione di entrambi i monoliti ai primi abitanti della Calabria. Il ritrovamento di un fossile pressoché intatto di antiquus nel vicino lago Cecita confermerebbe l'ipotesi che quella specie abitava l'area della Sila.




La prima statua, chiamata "Elefante" è alta 5,5 m e potrebbe rappresentare un elefante da guerra o un Palaeoloxodon antiquus. La seconda, alta 7,5 m, è invece mutila nella parte alta ma sembrerebbe rappresentare le gambe di un essere umano ed è stata pertanto ribattezzata "Ciclope" o anche "Guerriero Seduto".

 Al di sotto le statue sono state scavate.


























 

venerdì 6 agosto 2021

AMANTEA Centro storico

La presenza di insediamenti umani nel territorio di Amantea è attestata già in età preistorica e protostorica (ritrovamenti di ceramica di Stentinello, ossidiana lavorata proveniente dalle isole Eolie, architettura rupestre funeraria, rinvenimenti di altri materiali).
La recente scoperta di un santuario del sec VI a.C. in località Imbelli e di un ricco deposito votivo, che ha restituito molti interessanti reperti, testimonia dello stanziamento di coloni greci nella zona di Campora S.Giovanni in età arcaica. Nel territorio di Amantea sono state rinvenute anche ceramiche campane del sec. IV a.C.


Popolazioni brettie si sono, forse, stanziate sul pianoro di sommità del colle roccioso che sovrasta Amantea e nelle immediate adiacenze di esso, dando origine al piccolo abitato di Clampetia sottomessa dai Romani nel 204 a.C., con deduzione di una colonia (ager clampetinus).Il nome Amantea compare nel sec. VII d.C., come si deduce dalle tavole dell’Anonimo Ravennate.       Probabilmente, a partire da quest’epoca, nasce l’insediamento rupestre bizantino





Nell’839 gli Arabi occupano la città tirrenica e ne fanno sede di un Emirato.

Nell’885 l’esercito bizantino di Niceforo Foca scaccia gli occupanti.
Poco dopo la liberazione viene elevata a sede vescovile di rito greco figurando tra le diocesi suffraganee di Reggio Calabria.

















Il 1094, per volontà del duca normanno Ruggero, viene soppressa la sede vescovile di Amantea che è aggregata con il titolo di “diocesi inferiore” a quella di Tropea. Nel 1269 i suoi abitanti si ribellano ai nuovi invasori angioini nel nome di Corradino di Svevia e subiscono un’assedio che termina con la loro sconfitta.




Nel 1495 si oppongono vittoriosamente alle truppe di Carlo VIII che aveva osato infeudare la città demaniale a Francesco d’Alengre, Maresciallo del Regno.

 

Amantea non fu mai infeudata, se non per un brevissimo e travagliato periodo alla metà del XVII secolo. La cittadina mantenne sempre lo status di Città Demaniale, con istituzioni proprie. Amantea subirà l'occupazione francese prima nel 1799, poi nel 1807, la seconda volta dopo strenua resistenza agli invasori d'Oltralpe.