La recente scoperta di un santuario del sec VI a.C. in località Imbelli e di un ricco deposito votivo, che ha restituito molti interessanti reperti, testimonia dello stanziamento di coloni greci nella zona di Campora S.Giovanni in età arcaica. Nel territorio di Amantea sono state rinvenute anche ceramiche campane del sec. IV a.C.
Popolazioni brettie si sono, forse, stanziate sul pianoro di sommità del colle roccioso che sovrasta Amantea e nelle immediate adiacenze di esso, dando origine al piccolo abitato di Clampetia sottomessa dai Romani nel 204 a.C., con deduzione di una colonia (ager clampetinus).Il nome Amantea compare nel sec. VII d.C., come si deduce dalle tavole dell’Anonimo Ravennate. Probabilmente, a partire da quest’epoca, nasce l’insediamento rupestre bizantino
Nell’839 gli Arabi occupano la città tirrenica e ne fanno sede di un Emirato.
Nell’885 l’esercito bizantino di Niceforo Foca scaccia gli occupanti.
Poco dopo la liberazione viene elevata a sede vescovile di rito greco figurando tra le diocesi suffraganee di Reggio Calabria.
Il 1094, per volontà del duca normanno Ruggero, viene soppressa la sede vescovile di Amantea che è aggregata con il titolo di “diocesi inferiore” a quella di Tropea. Nel 1269 i suoi abitanti si ribellano ai nuovi invasori angioini nel nome di Corradino di Svevia e subiscono un’assedio che termina con la loro sconfitta.
Nel 1495 si oppongono vittoriosamente alle truppe di Carlo VIII che aveva osato infeudare la città demaniale a Francesco d’Alengre, Maresciallo del Regno.
Amantea non fu mai infeudata, se non per un brevissimo e travagliato periodo alla metà del XVII secolo. La cittadina mantenne sempre lo status di Città Demaniale, con istituzioni proprie. Amantea subirà l'occupazione francese prima nel 1799, poi nel 1807, la seconda volta dopo strenua resistenza agli invasori d'Oltralpe.
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