mercoledì 5 giugno 2024

GROTTA DI TRACHINA - PALMI - REGGIO CALABRIA

La grotta Trachina trova il suo sito proprio in mezzo alla vegetazione virile di questo luogo così selvaggio, quasi per nulla abitato, raggiungibile solo grazie ad una stradina di campagna che serpeggia un tratto di costa tra brevi fazzoletti di terra coltivati e l’aspro territorio di flora e fauna tipicamente mediterraneo.



Di tipo carsico e soggetta ad erosione marina (si trova esattamente a 95,24 metri di quota sul livello del mare) la grotta Trachina è stata più volte, nel tempo, danneggiata da continue frane che ne hanno sconvolto l’originaria struttura. Nel sito esistono due ambienti separati da una conformazione rocciosa naturale, di ampie dimensioni, ma collegati da uno stretto cunicolo interno alla grotta. Il primo ambiente, rivolto con l’entrata a Sud-Ovest, presenta un avvallamento nel suo punto più centrale. Il secondo ambiente ha l’entrata rivolta a Nord ed ha dimensioni ridotte rispetto al primo Ci sono state due campagne di scavi che hanno interessato la grotta: nel 1991 e nel 1993, entrambe a cura del dell’Istituto Italiano di Archeologia Sperimentale di Genova per conto della Soprintendenza Archeologica della Calabria, sotto la direzione di prof. Vincenzo Tiné dell’Università di Genova su incarico della dr.ssa L. Costamagna. Gli scavi sono stati, successivamente, completati dalla dott.ssa Rossella Agostino della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Calabria, nel 1995.



I rinvenimenti nell’area interna del riparo sotto-roccia sono stati, in entrambe le campagne di scavo, sempre piuttosto scarsi se non per quanto riguarda i resti faunistici di roditori, bue, maiali, ovicaprini, conigli selvatici, galli. Disposti su 12 livelli stratigrafici, gli scavi hanno dimostrato una frequenza umana nell’ambiente a partire da una tarda età del Bronzo Finale (anni 1150-900 a.C. circa),


Livello storico dal 1 al 5 

Epoca arcaica e classica. In questi livelli le ceramiche hanno una tipologia di impasto tipica. Rilevante importanza rivestono i ritrovamenti di tradizionali forme ceramiche di uso quotidiano, acrome e invetriate di produzione seminarese, che fanno supporre una frequentazione umana della grotta anche nel periodo medievale. (Livello 1) In corrispondenza di questi livelli sono stati portati alla luce anche i resti di una staccionata, allineata, con resti di ossa, quale organizzazione interna adibita a ricovero di animali. Rinvenuti anche gusci di gasteropodi marini, soprattutto della Patella. Evidentemente erano parte integrante dell’alimentazione i molluschi marini raccolti lungo le coste. Anche nel periodo imperiale romano la grotta Petrosa fu ampiamente utilizzata, prova un focolare e resti di vasellame acromo a fuoco, da mensa in vernice rossa. (Livello 2) In corrispondenza del livello 4 abbiamo il periodo greco con i ritrovamenti, in una buca, di resti animali ed un fondo di skyphos a vernice nera, nonché vari elementi di materiale ceramico. E’ da considerare che nel territorio di Palmi ci sono pochissime segnalazioni di materiali cronologicamente compresi tra l’età di Thapos e il V secolo a.C. Fa parte del livello greco anche il rinvenimento di una particolare struttura di forma semicircolare, in ciottoli; l’utilizzo di questo elemento non è ben chiaro, probabile altare cultuale, confermato dal ritrovamento di resti zooarcheologici quali ossa di maiali appena nati, che, per questa caratteristica, lasciano escludere l’idea un uso alimentare ed anche la considerazione che il culto della dea Demetra necessitava la presenza del maialino. Nello stesso strato è stato trovato anche il guscio di una tartaruga, anche questo probabile elemento legato ai culti legati alla terra. Livello 6 Epoca del Bronzo Finale (anni 1150-900 a.C. circa). Si tratta di un periodo storico in cui cessarono le importazioni micenee e si diffuse una cu


Livello 6 Epoca del Bronzo Finale (anni 1150-900 a.C. circa). Si tratta di un periodo storico in cui cessarono le importazioni micenee e si diffuse una cultura denominata “protovillanoviana” abbastanza attestata nell’Italia Settentrionale. Nello stesso periodo si diffuse anche il rito della incinerazione e dell’inumazione dei cadaveri. All’interno delle sepolture maschili di questo periodo storico è frequente ritrovare spade, pugnali, probabilmente per via di una prima fase di organizzazione di civiltà guerriere.Le sepolture femminili sono corredate con strumenti per la filatura, monili anche d’oro. Inizia la diversificazione degli strati sociali. Nel primo ambiente, la grotta Trachina ha rivelato un ampio livello di massicciata con focolare e ritrovamenti di materiale ceramico.



Livelli 6B, 7 e 8B Particolarmente interessanti, questi tre livelli, per il ritrovamento di due cocci di ceramica che rendono unica la grotta Trachina di Palmi. Si tratta di ceramica figulina di importazione dall’area egea, probabilmente di tradizione mesoelladica, forse di importazione micenea dalla Isole Eolie. Questo proverebbe che l’area fu nelle rotte del commercio miceneo nel periodo del Bronzo Antico Bronzo Medio.  




Le indagini effettuate sui ritrovamenti rendono, la grotta in esame, un punto di riferimento fondamentale e unico nella Regione Calabria, soprattutto per quanto concerne le relazioni tra il litorale calabrese e il resto del bacino mediterraneo e della reale importanza che, certamente, rivestiva la comunità qui stanziata nel commercio del Mondo Antico; nonché il rapporto tra civiltà indigena calabrese e civiltà Micenea. 



















 

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