IL monastero fu fondato da San Bartolomeo di Simeri (da non
confondere con San Bartolomeo da Rossano) nel 1086 con il nome di Santa Maria
Nuova di Odigitria (in greco-bizantino “colei che conduce, mostrando la direzione”). Secondo alcuni storici fu opera del conte normanno,
Ruggero. La versione più accreditata è quella che ne attribuisce l’edificazione
all’ammiraglio normanno Cristodulo.
L’edificio provocò un conflitto di competenze molto aspro fra l’arcivescovo
di Rossano, Nicola Malena, e il monaco fondatore Bartolomeo. Fu risolto grazie
all’astuzia del monaco e all’appoggio dell’ammiraglio Cristodulo che fece in
modo che la competenza passasse direttamente alla Santa Sede a Roma.
Il monastero era dotato di una ingente massa patrimoniale che
prese avvio dai doni (terreni soprattutto) di Cristodulo e da quelli che
Bartolomeo ricevette a Costantinopoli dall’imperatore Alessio Comneno.
Oggi del monastero non è rimasto praticamente nulla e le opere d’arte
e gli oggetti sacri che erano custoditi nella chiesa, sono stati quasi tutti
trasferiti in altri siti.
La gran parte si può ammirare presso il Museo diocesano di
Rossano.
Nella chiesa è conservata un’icona della Madonna Oditrigia e si
può ammirare lo splendido pavimento a mosaico che, purtroppo, è stato salvato
solo in parte. È un’attrattiva molto suggestiva e si deve all’abate Biagio nel
secolo XII come è testimoniato da una scritta centrale.
L’architettura esterna della chiesa è molto bella e il visitatore
rimarrà stupito dai tondi dell’ingresso principale che raffigurano un centauro,
un cavallo saltellante, un grifone alato e un felino (un leone o una pantera)
con la testa a maschera umana.
Fu un’opera sontuosa e, secondo Paolo Orsi, anche moto costosa per
quei tempi.
La visita del Patirion è immancabile. L’edificio è di notevole
bellezza.