La Fabbrica d'armi di Mongiana è stata un'armeria del Regno delle Due Sicilie costruita nel 1852. Il progetto s'inseriva nel Polo siderurgico di Mongiana nato nella seconda metà del settecento e sostituì Fabbrica di canne da fucile costruita durante il periodo di governo francese della Calabria. Fu progettata dall'ingegnere e Architetto Domenico Fortunato Savino
Il corpo principale della fabbrica è di impostazione classica, con la trabeazione interamente in ghisa, composta da due colonne imponenti, alte ben 4.80 metri, e dall'architrave istoriato, volute dall'ingegnere Savino come elemento di distinzione, di particolarizzazione e di forza. Nell’atrio di ingresso due colonne e quattro semicolonne, sempre in ghisa, alte la metà di quelle esterne, compongono una serliana “spaziale”. La Fabbrica d’armi costituisce una delle prime testimonianze dell’uso in Italia della ghisa in edilizia.
La fabbrica quando entrò in produzione forniva all'esercito borbonico 2000-3000 armi annualmente, fino a 7000-8000 a pieno regime. Produceva fucili, pistole e spade.
Fu progettato anche un nuovo tipo di fucile a molla indietro, denominato difatti Mongiana che ha sostituito il vecchio modello francese 1842. Ignorata e penalizzata dopo l'Unità d'Italia, continuò la sua attività fino alla metà degli anni '60, dopo fu declassata a Officina trasformazioni e infine chiusa.
Oggi, la fabbrica è un luogo da visitare, facente parte dell'Ecomuseo delle Ferriere e Fonderie di Calabria, in fase di restauro. Riscoperta alla fine degli anni ’70 in stato di completo degrado, è stata oggetto di un lungo e accurato processo di recupero che nell'ottobre del 2013 è stato ultimato il restauro architettonico con l’allestimento del Museo delle Reali Ferriere Borboniche.
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