La città è protetta da mura e vi si accede grazie alle due porte poste agli estremi del lungo asse principale (ben visibili, tanto le mura quanto le porte) sul quale si affacciano gli edifici più importanti. Ospita i resti del seminario e della cattedrale con l'episcopio (della Cattedrale persistono oltre le vestigia perimetrali, la scalinata esterna ed interna ed il campanile). Dallo stradone principale si diramano le tortuose vie che danno forma al caratteristico contesto urbano. Ospita anche, oltre a numerose chiese, il convento dei frati Paolotti ed il Convento dei frati francescani osservanti e fuori le mura il convento dei frati cappuccini e due carceri, uno ecclesiastico e l'altro civile nel castello angioino-aragonese che, accanto alla porta nord, si mantiente ancora in buono stato di conservazione.
Fu abbandonata dopo il terremoto del 1783 e riedificata su un vasto piano a pochi chilometri di distanza
Il castello fu costruito a cavallo tra il X e XI secolo; si presenta oggi di matrice aragonese, ma sotto la bardatura si intravede in uno dei torrioni, a causa di uno squarcio formatosi qualche decennio addietro, una massiccia costruzione cilindrica, indicativa della precedente fattura bizantina o normanna. La sua funzione era, evidentemente, residenziale e difensiva. Resistette, nel 1056, all'assedio che Ruggero d'Altavilla pose col suo esercito e più tardi fu la residenza della sorella di Ruggero II, feudataria del tempo. Nella seconda metà XV secolo era controllato dagli aragonesi che si sostituirono al dominio angioino. I bastioni scarpati presentano un motivo decorativo ad archetti su mensole tra due codoni, molto simile a quello del Castello di Reggio Calabria. Una parte dei sotterranei fungevano da carcere civile.
DENTRO LA TORRE
IL CONVENTO
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